A Montefalco, nel 1452, il guardiano del convento francescano Fra Jacopo chiamò il pittore fiorentino Benozzo Gozzoli per la decorazione dell’abside della Chiesa di San Francesco. Soggetto del ciclo di affreschi è la vita di San Francesco, illustrata in dodici episodi disposti in tre registri sovrapposti ed eseguiti con uno stile ricco di influssi giotteschi. Proprio agli affreschi di Giotto ad Assisi sembrano infatti ispirarsi le scene della Cacciata dei diavoli da Arezzo e il Sogno di Innocenzo III. Già collaboratore di Beato Angelico ad Orvieto, Benozzo riscosse in Umbria un notevole successo, tanto che la sua presenza è documentata in molte città: Assisi, Foligno, Narni, nella cui Pinacoteca è conservata una bellissima Annunciazione, e naturalmente Montefalco, dove realizzò diverse opere anche per la Chiesa di San Fortunato.
La Chiesa di San Francesco, abbandonata dai frati già dal 1863, è oggi sede del Museo Civico di Montefalco, articolato in tre spazi espositivi: la ex chiesa, cui si è tentato di conferire l’aspetto originario; la Pinacoteca, con tele e affreschi provenienti da altre zone del territorio; la Cripta, dove sono esposti reperti archeologici di varie epoche.
A Spoleto lasciò invece il suo ultimo lavoro un altro grande artista fiorentino: Filippo Lippi. Nel 1467 l’Opera del Duomo di Spoleto, su consiglio di Cosimo dei Medici, affidò all’ormai vecchio Filippo la decorazione dell’abside del Duomo, con Storie della Vergine (nel tamburo: Annunciazione, Transito della Vergine e Natività; nel catino: Incoronazione di Maria). Quando Filippo Lippi morì nel 1469, il grandioso ciclo di affreschi non era ancora terminato e i suoi collaboratori, tra cui Fra Diamante e Pier Matteo d’Amelia, finirono la scena della Natività.
Lo scadere del XV secolo vide il cortonese Luca Signorelli
impegnato nella decorazione della Cappella di San Brizio del Duomo di
Orvieto, appena iniziata nella volta dal Beato Angelico e Benozzo Gozzoli
cinquant’anni prima. Capolavoro dell’arte di tutti i tempi, gli affreschi
orvietani ruotano intorno al tema apocalittico della fine del mondo,
incentrato sulle vaste rappresentazioni della Predica dell’Anticristo, del
Finimondo, della Resurrezione della carne, del Giudizio Universale,
dell’Inferno. Bellissima e giustamente famosa è la scena della Resurrezione
della carne nella quale i corpi umani sono resi con una forza ed energia
tali da far pensare che lo stesso Michelangelo, per la realizzazione della
Cappella Sistina, abbia avuto presente gli affreschi del Signorelli.
Negli stessi anni a Perugia aveva fatto ritorno Pietro
Perugino incaricato dal Collegio del Cambio di lavorare agli
affreschi della Sala delle Udienze, una delle stanze facenti parte della
sede cittadina della potente corporazione dei cambiavalute ed oggetto, tra
il 1491 e il 1500, di un vasto intervento decorativo. Il Perugino riuscì in
questi affreschi a tradurre in immagini l’armonia tra la cultura classica,
rappresentata dal Trionfo delle quattro Virtù Cardinali e la cultura
cristiana espressa nelle Allegorie delle tre Virtù Teologali, lasciandoci
anche un suo autoritratto che egli “appese”, a mo’ di quadro, sulla parete
sinistra.
A Spello, infine, nel 1501, Bernardino di Betto detto
il Pinturicchio venne ingaggiato da Troilo Baglioni per
decorare la cappella di famiglia (detta anche Cappella Bella) nella
Chiesa di Santa Maria Maggiore. Gli affreschi, che rappresentano nelle
pareti L’Annunciazione, La Natività e il Cristo tra i Dottori e, nelle
volte, le quattro Sibille, sono tra gli esiti più felici del pittore
perugino.
I Musei che si possono visitare:
- Montefalco: Museo Civico di San Francesco
- Spoleto: Pinacoteca Comunale
- Orvieto: Museo Claudio Faina
- Spello: Pinacoteca Civica
- Perugia: Collegio del Cambio
- Perugia: Galleria Nazionale dell'Umbria
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"Umbria...Cuore verde d’Italia. Umbria Percorsi d'arte", Agenzia di Promozione turistica dell'Umbria, Perugia, p. 60, per gentile concessione.