L'artigianato artistico del legno ha una lunga e ricca tradizione. Artigiani del legno, i cui nomi spesso sono rimasti sconosciuti e molti provenienti da altre regioni, diedero vita, dal Quattrocento fino alla metà del Seicento, ad opere di rara perfezione. Numerose sono le testimonianze, visibili ancora oggi, di questo fervore artistico: il cinquecentesco
coro della chiesa di San Pietro a Perugia, quello della Cattedrale di Todi, gli stalli e il pulpito del
Collegio del Cambio (sec. XV) anch'esso a Perugia, il quattrocentesco
studiolo del duca di Montefeltro, un tempo a Gubbio, ora al
Metropolitan Museum di New York, per citare alcuni esempi. Anche nel settore degli arredi restano importanti testimonianze, come i cassoni nuziali, decorati a tarsia, i cui motivi, così particolari, si protrarranno a lungo nell'arte lignea della regione. Fra questi ricordiamo il cassone decorato conservato nella
Pinacoteca del Museo Civico di Gubbio e quello della fine del Cinquecento conservato nella
Pinacoteca comunale di Città di Castello.
La credenza è un'altro degli arredi della produzione regionale, in cui si possono riscontrare l'abilità e l'eleganza degli artigiani che le costruivano, così come nei tavoli, ricchi di decorazioni, che raggiungevano delle notevoli dimensioni, come si può notare da quello conservato nella
Pinacoteca di Gubbio.
L'arte umbra è il risultato di influssi provenienti dalle regioni limitrofe, in particolare le Marche e la Toscana. Ciò rende difficile l'attribuzione una volta che i mobili siano reperiti al di fuori del loro territorio o della sede per cui sono stati realizzati. Come altre attività anche l'artigianato artistico del legno ha avuto una fase di declino.
Si è mantenuta invece la lavorazione del legno da parte dei falegnami, la cui presenza era estesa capillarmente a tutto il territorio regionale, e a cui la popolazione si rivolgeva per avere mobili con cui arredare le case o strumenti di lavoro. Nella metà dell'Ottocento, sulla spinta della ripresa degli stili storici e l'amore per le cosiddette arti minori, rinasce il lavoro di tarsia e intaglio, anche per i mobili, in cui eccelse
Federico Lancetti. Contemporaneamente gli artigiani falegnami, sollecitati da una forte domanda del mercato, impegnarono la loro abilità nella produzione del mobile in stile. Fu
Città di Castello che divenne, e lo è tuttora, il centro più importante di questo tipo di lavorazione.