
Il corso fluviale, lungo circa 50 km, è stato modificato dallo sfruttamento idroelettrico, che ha portato alla formazione del Lago di Corbara e del bacino di espansione di Alviano, ma il fascino dei luoghi si è modificato, non cancellato.
Il territorio agricolo passa dal fondovalle, con agricoltura intensiva, ai colli, dove si coltivano vite e olivo, ai boschi delle quote alte. L’offerta dei servizi, delle strutture ricreative e ricettive è alta, come operano anche esercizi di ristorazione di livello elevato, segnalati dalle più importanti guide del settore, oltre a un riconosciuto “maestro” della cucina italiana quale Gianfranco Vissani. Le città di Orvieto e di Todi caratterizzano il Parco con il loro patrimonio culturale, quest’ultima ne fa parte con l’intero centro storico. Ma tutto il territorio del Parco è ricco di centri minori dotati di testimonianze storiche ed artistiche così da integrare l’ambiente naturale con quello culturale.
A Montemolino il Tevere scorre tanto rapido che il tratto viene chiamato “il Furioso”, aggira poi le colline a “Cul del Monte”, scende calmo verso Todi dove è battezzato “Tever morto”. Al ponte di Pontecuti riaccelera il suo corso, fiancheggiato da ontani, salici e pioppi e, dopo la confluenza con il Naia, si inoltra per quasi 8 km nella Gola del Forello. Le sue aspre pareti verticali sono coperte dal leccio e del carpino, dall’erica, dalla ginestra e, nel Vallone della Pasquarella, dal lauro e dal fico selvatico. È in questo tratto che vivono e nidificano la poiana, lo sparviero e il nibbio reale, mentre oltre, dove si allarga sempre di più lo specchio del lago di Corbara, si trovano il germano reale, la moretta, l’airone cinerino e il martin pescatore. Le acque del lago sono popolate dalla carpa, dall’anguilla e dal cavedano, meta importante per gli amanti della pesca.
Una volta superata la diga, il Tevere accoglie da nord il fiume Paglia e dopo qualche chilometro da vita all’ampia area palustre di Alviano, con la sua rigogliosa vegetazione idrofita, rifugio ottimale per gli uccelli acquatici, dove l’Oasi del WWF gestisce strutture di visita e di studio di un centro di formazione permanente sull’ambiente lacustre e sull’avifauna.

A Montecastello Vibio ha sede un centro ippico che organizza percorsi verso i monti e lungo il fiume e a Montemolino un campo di gara permanente per la pesca sportiva; da Pontecuti, avamposto fortificato di Todi sul Tevere, parte un sentiero attrezzato ad anello per il trekking e il cicloturismo fino al ponte Baley di Pian San Martino, testimonianza della tecnica militare statunitense. Sempre a Pontecuti è stato aperto un centro canoistico, mentre a Baschi uno di canottaggio che si amplierà con servizi di navigazione elettrica sul Lago di Corbara.
Per informazioni rivolgersi alla sede del Parco a Baschi presso il Comune (Tel. 0744957225 - Fax 0744957333).