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Sabato 20 Aprile 2024
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Cerreto

Visita del Centro Storico


Cerreto di Spoleto Il nome del paese di Cerreto di Spoleto,sembra che derivi dall’abbondanza di boschi di cerro circostanti e dalla vicinanza alla famosa cittadina di Spoleto.

Contesa aspramente fra Spoleto e Norcia, alla fine passa sotto la Chiesa (1550). Situata su un alto sperone roccioso, spesso distrutta da terremoti, è famosa per i tartufi ed i funghi che si trovano in zona.

Dagli abitanti del luogo deriva il termine ciarlatano, che individuava i questuanti costretti a ricorrere a qualsiasi tipo di stratagemma.

Da vedere: la Chiesa di S. Maria Annunziata, di fondazione medievale, che conserva un fonte battesimale a forma di un tempietto ottagonale (1546) e la “Madonna del Rosario” di Felice Damiani (1583);

La Piazza la Chiesa del Castello (XII sec.) con un affresco della scuola del Perugino e la Chiesa di S. Giacomo nell’ex monastero delle Benedettine con decorazioni del XV sec. e la “Visitazione” (1573) di Camillo Angelucci.

Il monastero è destinato a sede del Centro di Ricerche Antropologiche della dorsale Appenninica, che dispone di una ricca documentazione multimediale sulle tradizioni popolari e di una interessante raccolta di oggetti domestici e strumenti di lavoro di un tempo.

in basso Borgo Cerreto Sotto al paese, lungo la statale, la quale ne ha modificato l’originario orientamento, sorge Borgo Cerreto. La Chiesa di S. Lorenzo, eretta in forme gotiche nel XIII sec., conserva una frammentaria decorazione pittorica del XIV e XV secolo; nel coro di trova una “Crocefissione” dell’inizio del XIV sec. e “Madonna in trono con Santi” del 1507, all’altare maggiore, “Martirio di S. Lorenzo” (metà del XV secolo).

Di fronte, sull’altro versante del Nera, il piccolo villaggio di Ponte sorge a spirale sulla sommità di un cono roccioso. Si stenta a credere che in epoca altomedievale Ponte fu il centro più importante di tutta la Valnerina, sede di un gastaldato longobardo che estendeva la sua giurisdizione anche alle zone do Norcia e Cascia (VIII sec.). Anche se in seguito notevolmente ridimensionato, ne è testimone la romanica Pieve di S. Maria (probabilmente del 1201) con un bel rosone finemente scolpito sulla facciata e degli affreschi del XV secolo e l’ex Palazzo Comunale con una compatta cortina in conci.

Proseguendo lungo la Valnerina si arriva a Triponzo. Il nome deriva dai tre ponti che scavalcavano il Nera, il Corno e la loro confluenza.

Boschi di Cerro Oggi un tunnel moderno introduce al paese, in sostituzione della originaria strada ottocentesca ( a fianco del tunnel) che utilizzava un taglio di roccia romano di età repubblicana, che reca ancora l’iscrizione degli edili Pomponio e Ottavio.

Il paese, costruito in una posizione strategica in un punto di passaggio obbligato, conserva ancora intatta la sua cerchia muraria turrita e un alto torrione che sovrasta l’abitato.

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