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Mercoledi 24 Aprile 2024
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Norcia

Parco Nazionale dei Monti Sibillini


Piano Grande Nel XV-XVI secolo in tutta Europa i Monti Sibillini furono dipinti come terra di fate, negromanti e orrori di ogni genere. Due sono i luoghi che hanno generato tante leggende: il Monte Sibilla, regno, per alcuni, della “illustre profetessa”, per altri, della “Circe ammaliatrice associata col demonio”; e il “demoniaco”Lago di Pilato dove, secondo la leggenda, scomparve, trascinato da una mandria di bufali, il corpo del famoso procuratore romano.

Dunque, un mondo fantastico che ha affascinato da sempre artisti e scrittori, ma anche un luogo aspro e selvaggio, che conserva preziosi elementi naturali.

Oltre 50 cime di montagne che superano i 2.000 metri costituiscono il cuore di questo grande Parco Nazionale che si snoda da nord a sud per ben 40 km a cavallo tra Umbria e Marche, fra cui spiccano il Monte Vettore (il più alto con 2.476 m), ilMonte Priora, Monte Bove, Monte Sibilla
I Sibillini sono un massiccio montuoso calcareo, profondamente modellato dai ghiacciai del Quaternario, la cui azione è ancora oggi facilmente riconoscibile nei circhi glaciali del Monte Vettore, del Monte Bove, dell’alta Valle dell’Ambro e della Val di Tela.

Un altro fattore che ha determinato la morfologia dei Sibillini è il carsismo, particolarmente evidente nei Piani di Castelluccio, ma anche nelle numerose doline ubicate a Palazzo Borghese, nell’alta Val di Panico e in quella dell’Ambro.

Il versante marchigiano è il più esteso, ma anche quello più selvaggio, mentre il versante umbro, che comprende, oltre al versante occidentale del Monte Vettore, il Piano Grande e il Piano Piccolo, è addolcito da questi ultimi.

I Piani, insieme ai meno estesi Piano Perduto (perduto appunto da Norcia durante una contesa con Visso) e Piano dei Pantani, formavano in passato il bacino di un lago le cui acque finirono in un inghiottitoio (presso l’incisione carsica dei Mergani, nel Piano Grande), tuttora attivo, il cui sbocco resta sconosciuto.

Specialmente il Piano Grande è di una grandissima attrazione nel periodo di fioritura, che qui ha luogo generalmente a fine giugno (la cosidetta Fiorita ). Qui vivono anche due specie botaniche endemiche, Carex buxbaumii e Carex disticha.

Sulla cresta occidentale delMonte Vettore fino a quella del Monte Porche si trovano invece le Stelle Alpine dell’Appenino e il Genepì dell’Appenino.

A livello di fauna, il parco annovera illupo appenninico, il gatto selvatico, l’istrice, il capriolo e, oramai sempre più rara, la martora. Fra gli uccelli rapaci vanno ricordati l’aquila reale, l’astore, lo sparviero, il falco pellegrino e anche il gufo reale. Inoltre vi vivono la coturnice meridionale, il gracchio alpino e il gracchio corallino. Particolarmente interessante la presenza del piviere artico e del codirossone, il sordone, il fringuello alpino e il picchio muraiolo.

Le rarità più interessanti che il parco annovera si hanno a livello di invertebrati:
i coleotteri Duvalius ruffoi (tipico del Monte Vettore) e Chrysocloa sibilla; i crostacei Chirocephalus marchesonii, che vive esclusivamente nel Lago di Pilato, Chirocephalus sibyllae, che a sua volta vive solo in un altro laghetto vicino, e Paraleptophlebia ruffoli, che vive esclusivamente in un laghetto del Piano Piccolo.

Tutte le stagioni offrono delle possibilità di godere questo splendido parco: da primavera ad autunno escursioni a piedi e scalate alpinistiche, in inverno sci da fondo e alpino, anche a livello escursionistico.

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