Panicale, se raggiunto provenendo da Paciano sulla vecchia strada del Ceraseto, si incontra per prima, a Ceraseto, la Chiesa di S. Salvatore, con all’interno un grande affresco attribuito a Giovanni Battista Caporali (~1510), Cristo benedicente tra i Ss. Giovanni Battista e Pietro.
Poco prima di arrivare al paese, si trova anche la Chiesa della Madonna delle Nevi (in ricordo della eccezionale nevicata del 5 agosto 552, a Roma) o della Sbarra (perché antico luogo di controllo daziario), eretta nel 1618 per volere di Paolo V, ciò nonostante con una facciata ancora rinascimentale. L’interno conserva l’immagine miracolosa del 1415, un altare barocco, una Via Crucis della fine del ‘700 e una Sacra Famiglia, recentemente attribuita a El Greco.
Arrivati al paese, ma ancora fuori dal borgo-castello, sulla destra, incastonata fra abitazioni, la Chiesa di S. Agostino, con un notevole altare in pietra serena scolpito nel 1513 da Cristoforo da Cortona e degli affreschi di scuola giottesca e perugina.
Panicale fu insediata dagli etruschi intorno al VII-VI sec. a.C., poi fu provvidenziale via di fuga dei legionari romani di Caio Flaminio dopo la disfatta della Battaglia del Trasimeno.
Nel 40 a.C. invece vi si rifugiarono i perugini sfuggiti a Ottaviano (Augusto) durante il bellum perusinum. Nel X sec. Berengario concede il Castello e le terre a un suo Duca, Uguccione II di Bourbon, che i panicalesi cacciano dopo poco, ergendosi nel XI sec. a libero Comune per poi sottomettersi nel XIII sec. al dominio di Perugia. Tra i figli più illustri di Panicale si contano il Masolino (Tommaso Fini, 1380/85-1440~), pittore tra il tardo-gotico e il rinascimentale, emigrato da giovane al seguito della famiglia a Firenze;
il Boldrino (Giacomo Panieri, 1331-1389), temibile capitano di ventura, e il poeta e scrittore Cesare Caporali (1530/31-1606). Dopo i danneggiamenti subiti nel 1643, durante la guerra fra lo Stato Pontificio e il Ducato di Parma, Panicale conobbe fino ai giorni nostri una certa tranquillità.
Sul versante verso Paciano, Panicale si presenta con una delle sue porte, la Porta Fiorentina, con la torre dell’antico ponte levatoio. Girando intorno al paese lungo le mura medievali intatte, si giunge all’altra porta, la Perugina, ricostruita nel 1898, per inoltrarsi sulla Piazza Umberto I, dove si affaccia il Palazzo Pretorio, con vari stemmi e iscrizioni incastonati nella facciata.
La vicina fontana-cisterna risale al 1473. Salendo alla seconda piazza del paese, ci si trova la Collegiata di S. Michele Arcangelo, originariamente del X-XI sec., riedificata nel 1696 su un precedente edificio rinascimentale, come testimoniano i due portali sulla facciata incompiuta. Al suo interno conserva, tra l’altro, una Natività di Giovan Battista Caporali (1519), una Annunciazione attribuita a Masolino e un Crocefisso ligneo del XV sec. con le braccia snodabili.
Sulla piazza più alta del paese si erge il Palazzo del Podestà, opera dei Maestri Comacini, del XIV secolo, mentre il campanile fu aggiunto nel 1789. Il palazzo è oramai ridotto a un semplice involucro.
Lungo una delle stradine che avvolgono a modo di chiocciola il nucleo del borgo entro le mura, si trova uno dei più graziosi teatri d’Italia, l’ex- Teatro del Sole del 1786, ricostruito da Giovanni Caproni nel 1858 e recentemente restaurato: il sipario, che raffigura
L’ingresso di Boldrino a Perugia, è opera di Mariano Piervittori (1869).
Il teatro è ora intitolato a Cesare Caporali.
Riuscendo dal borgo dalla Porta Perugina, un viale alberato conduce alla Chiesa di S. Sebastiano. La chiesa è celebre per l’affresco del Perugino (1505) raffigurante IL martirio di S. Sebastiano e un altro suo affresco, staccato dalla Chiesa di Sant'Agostino, Incoronazione della Madonna.
Dei castelli del territorio di Panicale merita soprattutto una vista il Castello di Montalera, alto su un colle affacciato sul lago (487 m), e che si raggiunge dal bivio per Casalina lunga la litoranea.