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Giovedi 25 Aprile 2024
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Il cuore ed il folklore nella storia della città.. Giostra della Quintana?


Una storia millenaria piena racconti e di eventi lasciati scritti negli oggetti nelle vie della città. Il cuore, la piazza anticamente un foro romano, la fontana in bronzo (simile a quella di Perugia) fusa e trasformata in campana. Perché l’Arco del Vituperio, Il castello di legno costruito per Carnevale e qui passato veniva fatta anche la Giostra della Quintana o anquitana.

In piazza del comune una Fontana?
L’antico cuore della città medievale è la famosa piazza del comune. Fu costruita sul foro romano, prima etrusco. Nel foro si ergeva un tempio dove venivano svolte le attività commerciali e produttive, delle quali resta traccia nei sotterranei visitabili nella chiesa di S. Andrea. Durante il periodo comunale, nel centro della piazza, c’era la Fontana Maggiore scolpita in bronzo (simile a quella di Perugia), che fu regalata ai frati di San Francesco nel XVI secolo per mancanza d’acqua. Questi la fusero per costruire una nuova campana. La Fonte era stata costruita da Boninsegna da Venezia nel 1276, restaurata nel 1324 da Lorenzo Maitani.


L’Arco del Vituperio
Nella piazza Maggiore la vigilia della grande festa della Madonna dell’Assunta il 14 agosto, sotto l’arco del palazzo -durante il periodo comunale- veniva eretto un palco, detto tribunale, dal quale si faceva l’appello delle terre, dei castelli e delle Signorie del Contado. L’usanza continuò per molto tempo e quando qualche procuratore era assente, veniva dalla folla fischiato; da questo l’arco prese il nome di L’Arco del vituperio.

Il Carnevale orvietano
In passato l’ultimo giorno di Carnevale, sulle scale della chiesa di Sant’Andrea, i Signori Sette facevano erigere un castello di legno, dove avveniva una battaglia tra due eserciti di circa 200 giovani; uno a difesa ed uno fuori all’attacco. La folla assisteva allo spettacolo incitando gli uni o gli altri con grida tamburi e trombe.

La giostra della Quintana o anquitana
Intono al 1500 squadre di giovani si sfidavano su cavalli e dovevano colpire con la lancia lo scudo tenuto da un fantoccio ruotante, su di un braccio teso. Al vincitore veniva richiesta un ulteriore prova di abilità, per poter prendere tutto ciò che era messo in palio, tenuto da un cerchio appeso alla loggia del Palazzo dei Conservatori (comunale), dovevano cercare di afferrarlo al volo.

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