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Sabato 27 Aprile 2024
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Montefalco

‘Le Grotte di S. Fortunato’, una bella visione Paleocristiana


A circa n chilometro da Montefalco sorge la chiesa di S. Fortunato, una delle più vetuste pievi dell’Umbria, da cui dipesero circa 50 chiese.
Un monumento assolutamente inedito e rimasto sconosciuto, esistente nell’attiguo bosco “Le grotte di S. Fortunato”, vani scavati in un banco di breccia ed argilla, di cui quello centrale a forma di croce usato come oratorio. Un esemplare antichissimo e quasi unico di un sotterraneo dedicato al culto in epoca paleocristiana, forse cella del santo come si ricorda nella leggenda.

Il castello che sorgeva a fianco la chiesa, con tutti i beni annessi, passò in epoca imprecisata ai vescovi di Spoleto che nel corso del XIII secolo dove vi risedettero.
Chiesa e Convento francescani dedicati a S. Fortunato un santo di Montefalco vissuto nel IV secolo d.C.. La primitiva chiesa sembra sia stata costruita nel 422; di essa rimangono alcuni frammenti di scultura altomedevali nella sagrestia ed un sarcofago in una cappella laterale. Il monastero e la chiesa furono costruiti nel XV secolo.
Un cortile pieno di lecci secolari un bel chiostro con alcune colonne romane, la famosa Cappella delle Rose affrescata nel 1512 da Tiberio di Assisi, i cui soggetti furono ridipinti dallo stesso Tiberio nella porziuncola di Assisi nel 1519.
La porta di accesso alla chiesa (prima metà del ‘400) è ornata di affreschi sopra l’arco sette Angeli oranti e sulla lunetta S: Francesco e S Bernardino da Siena opere di Benozzo Bozzoli (1450). Dietro l’altare moderno un coro ligneo con decorazioni intagliate del secolo XVI.
Dietro all’altare di S. Fortunato non visibile, esiste il sarcofago antico che racchiude le ossa del Santo.
L’altare di S. Fortunato nel XV secolo era composto da un enorme cippo romano che è stato alienato dai frati nel 1839 al comune di Trevi ed ora si trova conservato nel museo di questa città.
Sull’altare maggiore fino alla metà dell’ottocento un quadro del Bozzoli donato dal Comune di Montefalco a Pio IX nel 1848 per averne il cambio il titolo di città, ora si trova nella Pinacoteca Vaticana.


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