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PERUGIA - Torre Strozzi un vero spazio alternativo dove arte contemporanea, storia e natura si fondono in un tutt’uno

Perugia. Torre Strozzi è un contenitore espositivo, un vero spazio alternativo dove arte contemporanea, storia e natura si fondono in un tutt’uno.

La felice collocazione la rendono facilmente raggiungibile, è a 4 km dall'uscita Resina della superstrada E 45 e la precisa segnaletica turistica rende il percorso facile ed agevole.


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Dal punto di vista naturalistico è all'interno di un'ansa del Tevere e la piantumazione appositamente studiata ha creato un habitat che ha favorito lo stazionamento e la nidificazione di uccelli canori e non. La ricostruzione di 150 metri di siepe autoctona ha riportato il paesaggio come era prima dell'avvento dell'industrializzazione della campagne con la completa distruzione delle siepi divisorie dei campi.

E' in progetto la destinazione di 3.000 mq di terreno in prossimità del Tevere per realizzare uno spazio coperto e creare la Scuola del Ferro ed uno spazio idoneo a riprendere la programmazione di corsi d'arte. Quando la sentieristica sul Tevere unirà Ponte Felcino a Pierantonio e Umbertide Torre Strozzi sarà raggiungibile anche seguendo il fiume. Gestita dall’omonimo Centro d’Arte, con la sua programmazione annuale vuole essere un punto di riferimento per l’Umbria e l’Italia tutta per quanto concerne l’arte contemporanea che dalla pittura, alla grafica, alla scultura, e in special modo quella in ferro, offre ai visitatori un vasto panorama artistico.

Un mondo condiviso tra artisti, collezionisti e fruizione di natura diversa che può godere dell’area verde, di cui è circondata e che ospita sculture all’aperto attraverso il ritrovato sapore medievale dato dagli interventi di restauro. Grazie all’impegno profuso dal Centro d’Arte, l’ingresso è gratuito e la Torre visitabile dal venerdì alla domenica compreso i giorni festivi.


Innanzitutto specifichiamo perché si chiama Torre Strozzi?

Il nome gli è stato dato dalla Soprintendenza alle Belle Arti di Perugia in base alle ricerche che furono fatte negli anni novanta che portavano indietro solo fino al 1715 attraverso una registrazione catastale dell’epoca in cui compare il nome di un certo Giovanni Francesco Battista Strozzi, Duca di Bagnolo e Principe di Forano, che risultava all’epoca proprietario di un appezzamento chiamato Vocabolo Il Sansugo …con piccola vigna e Torre esistente, situato in vicinanza di Pieve san Quirico; da qui è stato facile soprannominarla Torre Strozzi.

Oggi, pur mantenendo questo nome, le fonti d’archivio ci hanno portato più indietro facendoci arrivare intorno al 1570 c. con la presenza dell’antica famiglia De Parlis (estinta tra il 1634 e il 1639 c.) imparentata nel tempo sia con i Baglioni che con i Marchesi Bourbon di Monte Santa Maria, dove risulta una carta con specifica del blasone e dove si ritrova la stessa dicitura del …voc. Il Sansugo… con Torre esistente… appartenente a Giovanni Antonio Parli figlio di Vincenza Baglioni.

L’ipotesi è quella di poter ancora riuscire ad allungare il percorso esplorando ancora più approfonditamente la storia di queste famiglie di origini molto antiche.

Quindi le origini di Torre Strozzi sono a tutt’oggi incerte, in quanto definendone la sua esistenza già nel XIII sec., la Torre si poneva, per la sua tipologia architettonica e strutturale, come avamposto militare isolato particolarmente agguerrito in quanto era posizionato in zona strategica, allora particolarmente importante, per i confini tra lo Stato Pontificio, il fiume Tevere, Gubbio, Perugia, Città di Castello e la Toscana. Inoltre costeggiava l’antica strada di pellegrinaggio che collegava Assisi a Chiusi Della Verna.

Anticamente, ricostruendone le tracce, si presentava come una costruzione fortificata e inespugnabile per la presenza del fossato che aveva intorno e del ponte levatoio all’esterno, un piano terra con accesso a sotterranei, un primo e secondo piano a cui si accedeva inizialmente con delle scale di legno, finestre quasi inesistenti e feritoie a chiave dislocate lungo il percorso di tutta la torre, infine un camminatoio di sentinella all’ultimo piano, che allora non aveva copertura, da cui si poteva avere a tutto tondo l’intera visuale della zona. Si ipotizza un suo collegamento con un Castello di lì poco distante da cui si aveva accesso dai suoi probabili passaggi segreti contenuti nei sotterranei: forse il castello di Solfagnano? Forse il castello di Pieve S.Quirico?

La sua struttura oggi si presenta stratificata, con il tempo la Torre è stata ristrutturata e rimaneggiata fino ad essere trasformata da fortezza in abitazione : vengono allargate le finestre, rafforzate le scale , tamponate le feritoie, fatti gli intonaci e…la cosa più interessante viene data dalla copertura dell’ultimo piano e del camminatoio; vengono potenziati i camini e costruiti dei bellissimi soffitti a volta sui tre piani sottostanti. Recentemente, scoprendo alcune tamponature che hanno rivelato un grande camino, è venuta alla luce una feritoia molto antica e alcuni interessanti frammenti che fanno riferimento ad una tipica ceramica di Deruta appartenenti ad un periodo ristretto di fabbricazione che va dal 1450 al 1470 c.

In seguito, si ipotizza sia stata persino un ricovero per Frati Zoccolanti, per finire ai giorni nostri ad un utilizzo improprio di stalla e piccionaia.

Nonostante il degrado e la struttura fatiscente la Torre è stata restaurata e riportata ai suoi antichi splendori dall’attuale proprietario che, con tanta passione e pazienza ne ha fatto uno spazio dedicato all’Arte contemporanea.

Elisa Chiarenza
(storico-critico d'arte)




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