
Itinerari -
Storie di palazzo
In molte città umbre i secoli XIV e XV furono caratterizzati dall'affermarsi
di signorie locali le quali esercitarono a lungo il proprio predominio. Capitani
di ventura ma anche mecenati e appassionati d'arte, i signori locali seppero
amministrare con saggezza le proprie comunità. Una delle prime città ad essere
interessate da questo fenomeno fu Foligno. Nel 1310, un guelfo, il
vicario pontificio Rinaldo Trinci venne nominato signore della città. La
signoria passò in eredità ai suoi figli e la casata mantenne il potere su
Foligno e sulle terre vicine fino al 1439, quando l'esercito di papa Eugenio IV
riuscì a conquistare là città ed incorporarla nello Stato della Chiesa.
Residenza cittadina della famiglia Trinci era un Palazzo, posto nel lato
settentrionale dell'attuale Piazza della Repubblica, fatto costruire da Ugolino,
signore di Foligno dal 1386 al 1415, utilizzando preesistenti strutture. II
Palazzo, oggi sede delle principali istituzioni culturali della città (Archivio,
Pinacoteca Civica, Museo Archeologico) ospita al suo interno pregevoli cicli
decorativi di matrice tardo-gotica, alcuni dei quali si devono quasi certamente
attribuire all'ingegno di Gentile da Fabriano.
Tra di essi notevole interesse destano gli affreschi della Loggia con Storie di
Romolo e Remo, quelli della Sala delle arti e dei pianeti e quelli della
bellissima Sala degli imperatori (1417), decorata da imponenti effigi di uomini
illustri dell'antichità romana e nota anche con il nome di Sala dei Giganti.
Se da Foligno ci spostiamo a Perugia scopriremo che anche qui alcune
famiglie signorili hanno condizionato profondamente la storia e la cultura della
città. Perugia si costituì comune già nell'XI sec. e fu quasi sempre dominata
dalla parte guelfa, fedele al papa, di cui riconobbe la protezione ma non
accettò mai la sottomissione. All'inizio del XV sec. la città, travagliata ed
indebolita da molti anni di lotte, conobbe un periodo di grande benessere sotto
la signoria di Braccio da Montone, detto Fortebraccio, uno dei più
temerari capitani di ventura della storia, che riuscì a conquistare in breve
tempo (1416-1424) molte città dell'Umbria, includendo anche le Marche e il
principato di Capua. Il generoso mecenatismo del condottiero si espresse non
soltanto a Perugia, ma anche nel suo feudo di origine Montone, distante
poco più di 40 chilometri dal capoluogo umbro, dove rimangono i resti della
possente rocca fatta costruire da Braccio e gli affreschi quattrocenteschi della
Chiesa di San Francesco, da poco recuperata e adibita a Museo Civico.
Dopo la morte di Fortebraccio, fu la famiglia dei Baglioni verso la fine
del XV secolo ad imporre il proprio dominio su Perugia, favorendone lo
sviluppo economico e la crescita culturale, grazie alla protezione accordata ai
più importanti artisti del tempo. La Chiesa di San Francesco al prato ospitava
la cappella privata della famiglia, dove, fino al 1608, fu possibile ammirare la
celebre Deposizione eseguita da Raffaello su commissione di Atalanta Baglioni.
Solo nel 1540 avvenne la completa sottomissione al papa che si tradusse nella
costruzione della Rocca Paolina, la quale mutò il profilo urbano di
Perugia, distruggendo un vasto quartiere medioevale dove erano situate le case
dei Baglioni.
Una sorte particolare toccò invece, alla città di Gubbio che, a partire
dal XIV sec,, entrò nell'orbita dei Montefeltro di Urbino che ressero la
città fino al 1508, anno in cui gli succedette la famiglia dei Della Rovere.
La dominazione dei conti e dei duchi di Urbino diede luogo ad un periodo di
floridezza civile ed artistica, evidente soprattutto durante la signoria di
Federico di Montefeltro. Proprio a quest'ultimo si deve la costruzione del
Palazzo Ducale, un edificio tipicamente rinascimentale, che propone in forme
ridotte, soluzioni analoghe a quelle adottate per il Palazzo Ducale di Urbino.
II Palazzo di Gubbio occupa la zona di fronte al Duomo e sembra essere opera
dell'architetto Francesco Laurana, anche se non si esclude l'intervento del
senese Francesco di Giorgio Martini. Oltre al bel cortile interno è possibile
visitare le sale al piano terreno che conservano magnifici camini e porte
intarsiate, parti superstiti dell'arredamento andato disperso con l'estinguersi
dei Montefeltro e oggi sparso in vari musei del mondo.
La storia di Città di Castello, centro situato all'estremo lembo
settentrionale della regione, é profondamente legata alle vicende della
famiglia dei Vitelli, che a partire dal XIV sec. e per oltre un secolo vi
esercitarono il proprio dominio. Favorita dalla posizione geografica, posta al
centro di importanti vie di comunicazioni, Città di Castello divenne grazie ai
Vitelli, il centro artistico più vitale della regione: una vera corte
rinascimentale. Grandi amici dei Medici, i Vitelli, per erigere i loro quattro
palazzi, sorti in ciascun rione della città, chiamarono gli architetti
fiorentini Giorgio Vasari e Antonio Sangallo.
A quest'ultimo si deve il progetto di Palazzo Vitelli alla Cannoniera,
fatto costruire a partire dal 1530 e oggi sede della Pinacoteca. La Pinacoteca
di Città di Castello custodisce opere di artisti in gran parte stranieri, quasi
a ribadire come la città diventò luogo di intensi scambi culturali tra aree
diverse. Oltre ai dipinti di Spinello Aretino e Luca Signorelli e alle
terrecotte di Andrea e Luca Della Robbia, è possibile ammirare il Gonfalone
della Santissima Trinità (1501-1502) del giovane Raffaello in quegli anni al
servizio dei Vitelli.
Interessante, infine, è anche il Palazzo Vitelli a Porta S. Egidio,
disegnato da Giorgio Vasari con affreschi di Prospero Fontana e Cristoforo
Gherardi e con il giardino culminante nella "Palazzina Vitelli".
Tra gli altri palazzi signorili sparsi nella regione, si segnalano infine,
Palazzo Cesi ad Acquasparta, costruito nella seconda metà del cinquecento
dalla famiglia Cesi, che aveva la signoria della città; e Palazzo Farrattini
ad Amelia, appartenuto ad una delle famiglie più agiate della città, che
incaricò Antonio da San Gallo il Giovane di rinnovare nella metà del XVI sec. la
propria residenza.
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"Umbria...Cuore verde d’Italia. Percorsi d'arte", Agenzia di Promozione turistica dell'Umbria, Perugia, p. 60, per gentile concessione.
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