Informazioni turistiche su Sigillo, Umbria
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Sigillo - Visita del Centro Storico e dintorni

L’antico municipio romano Suillum sulla Via Flaminia fu distrutta dai barbari, poi fu tenuta dai Conti Vico, feudatari di Ottone III di Fossato di Vico fin dal 996, per poi passare sotto Perugia e infine allo Stato della Chiesa. Un terremoto nel 1751 colpì con tale intensità questa zona, che pochi edifici sopravvissero nelle forme originarie. Infatti il Palazzo Comunale si presenta con una facciata neoclassica rinnovata nel 1802, anno in cui venne posta la prima pietra della Chiesa di S. Andrea, ricostruendo in forme neoclassiche la precedente antica pieve romanica; nel 1790 fu completamente riedificata la Chiesa di S. Anna, sorta sui resti della Rocca. Poco prima, nel 1761 ebbe inizio la ristrutturazione della Chiesa di S. Agostino, che conserva all’interno una “Annunciazione” (1617), l’unica opera che Ippolito Borghese, nativo di Sigillo, ma attivo a Napoli, ha lasciato nel suo paese. L’unico monumento scampato al terremoto è la rinascimentale Chiesa di S. Anna, fuori dal paese, ora diventata chiesa del cimitero. Nel suo interno si conservano degli splendidi affreschi di Matteo da Gualdo, quali “Annunciazione”, “Crocifissione”, “Stimmate di S. Francesco” e “Madonna e santi”.
A breve distanza dal paese si può ammirare l’imponente Ponte Romano dello Spiano sulla Via Flaminia sopra il torrente Fonturci, ancora perfettamente conservato nell’arco composto da 13 massi a cuneo pentagonali; sopra al ponte di età augustea fu costruito nel XVI sec. la piccola Chiesa di S. Maria del Soccorso.
In una frazione lungo la Via Flaminia in direzione di Costacciaro, Scirca, si incontra un altro Ponte Romano, chiamato localmente dei Pietroni, per le dimensioni dei massi impiegati nella costruzione. Purtroppo il ponte , risalente al II sec., fu fatto saltare dalle truppe tedesche in ritirata. Nel paese troviamo invece la Chiesa di S. Maria Assunta, di stile romanico, con una ricca decorazione a fresco fra cui spicca la “Madonna del Gonfalone” di Matteo da Gualdo (1484).

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